Siete pronti per proseguire il nostro weekend a Parigi?
Benissimo, allora partiamo!
Dopo la prima giornata, interamente dedicata alla città storica sulla Rive Droite, oggi vorrei farvi trascorrere la mattinata nel museo di Parigi che preferisco, in cui sculture dalla straordinaria forza espressiva trovano spazio all'interno di una sontuosa villa del XVIII secolo e nel suo magnifico parco.
Si tratta del Musée Rodin, ospitato nell’Hôtel Biron in Rue de Varenne 77 sulla Rive Gauche, un vero e proprio castello nel cuore di Parigi, circondato da 3 ettari di giardini.
Per affrontare al meglio la visita, però, è d'obbligo una sana e nutriente colazione.
Vi consiglio di fare una sosta a Le Pain Quotidien in Rue de Varenne 25, a due passi dal museo (fermata metro Varenne). Fa parte di una catena di panetterie-ristorante, specializzata in prodotti da forno (pane, dolci, torte salate) preparati con ingredienti biologici. Qui ci si siede tutti insieme in lunghi tavoloni in legno grezzo e si può scegliere, per la colazione, fra muffin, croissant, torta al limone o al cioccolato, yogurt, porridge, frutta fresca, svariati tipi di pane da gustare con burro e una scelta di marmellate bio. Se, invece, amate fare colazione a base di pietanze salate, il menù prevede anche uova, formaggi e salumi. A voi la scelta e... buon appetito!
Terminata la colazione, con una breve passeggiata raggiungiamo l'ingresso del Musée Rodin.
Attualmente sono in corso lavori di restauro, che dovrebbero concludersi nel mese di settembre 2015 e che prevedono non solo l'adeguamento dell'edificio alle attuali norme in tema di sicurezza e di accessibilità, ma anche un rinnovamento del percorso museografico con l'apertura di nuovi spazi di visita. Per questo motivo fino a settembre il museo è visitabile solo parzialmente: gli esterni sono interamente fruibili, mentre all'interno alcuni spazi sono chiusi al pubblico (fra cui, purtroppo la sala dedicata a Camille Claudel).
Per informazioni su orari e tariffe potete consultare il sito http://www.musee-rodin.fr.
Il museo è ospitato nell'Hôtel Biron, uno dei più begli esempi di edifici rococò a Parigi. All'eleganza sobria della facciata corrisponde la raffinatezza e la luminosità degli interni, aperti su un terrazzo sovrastante il parco.
Il suo costruttore, Abraham Peyrenc de Moras, un fabbricante di parrucche arricchitosi con speculazioni finanziarie, non potè godersi la sua fastosa dimora, perché morì nel 1732, solo due anni dopo che la costruzione era stata ultimata.
La sua vedova affittò allora il palazzo alla nuora di Luigi XIV, fino alla morte di quest'ultima avvenuta nel 1753.
La proprietà fu quindi venduta al valoroso maresciallo di Biron e da allora il palazzo porta il suo nome. Biron non introdusse cambiamenti all'edificio, ma abbellì il giardino, con l'introduzione di statue, grotte, aiuole fiorite, suscitando l'ammirazione di tutti i suoi visitatori.
Dopo la morte di Biron (1788), la Rivoluzione Francese segnò il declino della proprietà: il parco venne affittato per balli e feste pubbliche e scomparvero le belle aiuole volute dal maresciallo.
Durante l'Impero, l'Hôtel Biron ospitò la legazione pontificia e l'ambasciata di Russia e, nel 1820, divenne proprietà di un'associazione religiosa che lo destinò a sede di un collegio per l'educazione delle fanciulle dell'aristocrazia. Il collegio era famoso per la qualità degli insegnamenti e l'austerità dei regolamenti e per questo motivo fu eliminata dal palazzo ogni traccia di lusso: si vendettero tutti gli ornamenti, i rivestimenti in legno, gli specchi.
Nel 1904, anno in cui venne sancita in Francia la separazione fra Stato e Chiesa, la proprietà passò al potere laico, ma in pessime condizioni.
Privo dei suoi preziosi arredi e con il parco in stato di completo abbandono, il suo destino avrebbe dovuto essere quello della demolizione. Il liquidatore giudiziario accettò, però, che nel palazzo si sistemassero provvisoriamente alcuni inquilini, fra cui i pittori Matisse, il poeta Jean Cocteau e soprattutto Rodin che, dal 1908 occupò un'ala al pianterreno, organizzandovi feste mondane.
Nel 1911 lo Stato acquistò la proprietà e nacque l'idea di crearvi un museo dedicato a Rodin.
Pur tra forti opposizioni, grazie all'intervento di importanti personalità politiche e artistiche, fra cui Monet, il progetto del museo partì nel 1916.
Rodin donò allo Stato tutte le sue opere (sculture, disegni, fotografie) e anche le sue collezioni d'arte private, ma non ebbe l'opportunità di assistere all'inaugurazione del museo a lui dedicato. Morì, infatti, nel 1917, due anni prima dell'apertura del museo.
Parigi - Facciata dell'Hotel Biron vista dai giardini |
Parigi - Facciata nord dell'Hotel Biron |
E' incredibile passeggiare immersi nel verde, inebriati in primavera dal profumo dei fiori e nel contempo ammirare alcuni dei capolavori di questo grande scultore di fine Ottocento.
Fra questi colpisce il Pensatore, statua in bronzo con basamento in marmo, trasferita qui dal Pantheon nel 1922, una delle più celebri sculture dell'artista.
E' una figura possente, che ricorda i nudi michelangioleschi, e che rappresenta un uomo che medita sul proprio destino e su quello del mondo che lo circonda, metafora dell'attività intellettuale e della Filosofia.
Musee Rodin - Il Pensatore |
O ancora, ricco di pathos e drammaticità è l'ingrandimento di Ugolino e i suoi figli (dalla Porta dell'Inferno), sistemato nel mezzo della vasca dei giardino. E' un groviglio di corpi, stremati dalle sofferenze e dal digiuno, in cui domina la figura di un padre combattuto tra la fame che lo dilania e l'amore per i suoi figli.
Musee Rodin - Ugolino e suoi figli |
Non si può dimenticare la copia in bronzo della Porta dell'Inferno (fusa nel 1927 dall'originale in gesso e montata nel giardino nel 1937).
E' un portale monumentale, alto più di 4 metri e ricoperto di bassorilievi ispirati all'Inferno dantesco.
Vi ritroviamo la scena di Ugolino e i suoi figli e, sul timpano, anche il Pensatore, che in questo caso rappresenta Dante che guarda, in solitaria meditazione, il terribile mondo dei dannati.
In alto si stagliano le Tre Ombre, che incarnano l'iscrizione all'ingresso dell'Inferno ("Lasciate ogni speranza o Voi che entrate). L'estremo allungamento del collo della statua di sinistra e l'innaturale posizione della testa di quella di destra, simboleggiano l'impotenza dei dannati, destinati ad un eterno rinnovarsi delle loro pene.
Musee Rodin - La porta dell'Inferno |
Entriamo ora all'interno del palazzo per ammirare alcune delle più famose sculture di Rodin, fra cui le mie preferite sono:
Musee Rodin - Eva |
Musee Rodin - Iris, messaggero degli Dei |
Musee Rodin - Io sono bella |
Una donna accovacciata, viene abbracciata voluttuosamente da una figura maschile possente, nella quale la muscolatura in tensione crea dei vibranti effetti di chiaroscuro.
Musee Rodin - L'uomo che cammina |
Musee Rodin - La cattedrale |
Musee Rodin - Il bacio |
E' una delle mie sculture preferite.
Il bacio appassionato di Paolo e Francesca, i due giovani amanti del canto V dell'Inferno, diventa il simbolo universale della passione fra un uomo e una donna.
I corpi dei due giovani fuoriescono con forza dal blocco di marmo, che l'artista lascia volutamente in vista, a simboleggiare la lotta delle figure che cercano di liberarsi dalla materia per manifestarsi e per esistere.
Lo slancio amoroso è evidenziato dalle mani di lui, che affondano nella carne della donna, e dalla posizione di lei, che si abbandona completamente alla passione.
Il movimento dei corpi è accompagnato da quello della luce, che si insinua fra le superfici creando forti effetti di chiaroscuro.
Per concludere, vorrei segnalare la sala dedicata a Camille Claudel (fino a settembre 2015 chiusa a causa dei lavori di restauro).
Camille Claudel, sorella del poeta Paul Claudel, è conosciuta come l'amante di Rodin.
In realtà fu molto di più: braccio destro, musa ispiratrice del famoso scultore, ma soprattutto una delle artiste francesi più interessanti e più originali del suo tempo.
Donna dalla forte passionalità, con un'anima tormentata e uno spirito libero, è stata immortalata splendidamente da Isabelle Adjani nel film Camille Claudel di Bruno Nuytten (1988, disponibile in francese con sottotitoli in italiano), dove il ruolo di Rodin è affidato a Gerard Depardieau.
La storia di Camille è segnata dalla sua relazione con Rodin, un uomo molto più vecchio di lei, artista già affermato e con una forte ambizione. Negli anni della loro relazione i due condividono tutto: vita privata, esperienze lavorative. Si ispirano vicendevolmente, al punto che è difficile stabilire se Camille lavorasse alla maniera di Rodin, oppure se l'opera di Rodin facesse eco a quella di Camille.
Sarà Camille ad interrompere il loro rapporto, ormai consapevole del fatto che Rodin non l'avrebbe mai sposata e non avrebbe mai lasciato la sua compagna ufficiale Rose Beuret.
Da allora Camille vivrà sola e sprofonderà sempre più nella follia. Vedere l'uomo che ha amato e ispirato conquistare e consolidare il suo successo, mentre lei non riesce ad affermarsi, fa vacillare la sua ragione. E' ossessionata dal fatto che Rodin possa rubarle i suoi lavori e per questo sistematicamente, dopo averli creati, li distrugge.
Morirà sola, dopo 30 anni di internamento, abbandonata da tutti, compresa la sua famiglia e l'amato fratello Paul.
La sala dedicata a Camille Claudel nel museo fu voluta dallo stesso Rodin, per celebrare l'opera della donna che fu per lui allieva, collega, ispiratrice, amante.
Fra le opere qui conservate, donate al museo dal fratello di Camille, Paul Claudel, vi segnalo:
Musee Rodin - Camille Claudel - Vertumno e Pomona |
Musee Rodin - Camille Claudel - Il valzer |
Il movimento, dato dal panneggio dell'abito della donna, sembra proiettare i due ballerini verso il cielo. Il portamento dei due giovani è elegante e composto, ma nello stesso tempo evidenzia il loro lasciarsi trasportare dalla musica e dal ballo.
Musee Rodin - Camille Claudel - Clotho |
Vuole simboleggiare la fragilità dell'esistenza umana, la morte che incombe e che cancella ogni traccia di bellezza e di grazia.
Musee Rodin - Camille Claudel - L'età matura |
La giovane inginocchiata si protende implorante verso l'uomo, che però non la considera: ha staccato le mani dalle sue e ha il volto rivolto verso l'anziana donna che lo trattiene, cingendogli le spalle.
E' l'allegoria del tempo che passa, della vita che dalla giovinezza avanza verso la vecchiaia e la morte.
Ma può essere vista anche come la drammatica rappresentazione della storia di Camille e Rodin.
La giovane in ginocchio è Camille che, disperatamente, implora l'uomo che ama di restare con lei. Ma Rodin, l'uomo nel mezzo, l'ha ormai abbandonata: ha lasciato le sue mani, le ha voltato le spalle e si lascia abbracciare da una donna brutta e vecchia, la sua compagna ufficiale, Rose.
Di questa scultura, il fratello di Camille, Paul Claudel, così ha scritto: "Mia sorella Camille, implorante, umiliata, in ginocchio, lei così superba, così orgogliosa mentre ciò che si allontana dalla sua persona, in questo preciso momento, proprio sotto i vostri occhi, è la sua anima".
Terminata la visita, vi consiglio di pranzare da Le Martignac, un piccolo bistrot in Rue de Grenelle 109, a due passi dal museo. Non c'è un menù fisso, ma solo tre piatti del giorno, cucinati con ingredienti freschi (si segnala il foie gras con fichi e mele e la selezione di dessert). L'atmosfera è quella semplice e cordiale dei bistrot parigini e il rapporto qualità/prezzo è ottimo.
Nel pomeriggio, data la vicinanza, vi consiglio di rilassarvi con un po' di shopping a le Bon Marchè, uno degli storici grandi magazzini di Parigi, in Rue de Sevres 24.
Fondato nel 1852, si può considerare l'antesignano degli attuali grandi magazzini. Infatti già nel XIX secolo le sue prerogative erano saldi in periodi prefissati, vendita per corrispondenza, prezzi ribassati.
Oggi l'imponente edificio con interni dall'arredamento raffinato ed essenziale, offre una vasta selezione di capi di abbigliamento, gioielli, calzature, biancheria, prodotti di bellezza e, nei fondi, una strepitosa "Epicerie", un negozio di alimentari con una ricca selezione di specialità francesi e internazionali.
Lo consiglio soprattutto in periodo di saldi, anche se durante tutto l'anno è facile trovare vantaggiose offerte. L'atmosfera, soprattutto in settimana, è più rilassata rispetto ai magazzini Lafayette.
Per informazioni su aperture straordinaria e offerte, consultate il sito http://www.lebonmarche.com
Buono shopping!
Parigi - Le Bon Marchè dall'esterno |
Parigi - Le Bon Marchè all'interno |
Dopo lo shopping, cosa ne dite di rilassarci con un the alla menta accompagnato da deliziosi dolci marocchini, magari fumando il narghilè?
Allora dirigiamoci verso la moschea di Parigi, al Nr 2 di Place du Puits de l'Ermite (fermata metro Censier-Daubenton oppure Place Monge).
Inaugurata nel 1926, è la più grande moschea di Francia, con un minareto alto 33 metri. Per la sua costruzione ci si ispirò alla grande moschea di Fez, e si impiegarono maestranze e materiali provenienti dal Maghreb.
Veramente belli sono il patio e il giardino, che ricordano quelli dell'Alhambra di Granada e che vogliono rappresentare il paradiso musulmano.
La moschea è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00
Parigi - Moschea dall'esterno |
Parigi - I giardini della moschea |
Fanno capo alla moschea anche un hammam in stile arabo, un ristorante-sala da the e un negozio di artigianato nord-africano.
Per gustare il vostro the alla menta marocchino, entrate nel Caffè della moschea e sedetevi a uno dei tavoli in rame, non prima di aver ammirato le splendide decorazioni delle sale.
Il the, preparato con foglie di menta fresca e servito in piccoli bicchieri di vetro, può essere accompagnato da ottimi pasticcini marocchini, acquistabili separatamente al banco all'ingresso. La selezione è vasta: dalla classica baklawa, ai dolcetti ai datteri, al corno di gazzella (pasta di mandorle aromatizzata all'acqua di fiori d'arancio).
Se, insieme al the, volete fumare anche il narghilè, dovrete sedervi su comodi divanetti nel cortile subito dopo l'entrata.
E' il posto ideale per rilassarsi e fare quattro chiacchere, osservando il via vai di gente che entra e esce dalle sale.
Parigi - La sala da the della moschea |
Per concludere in bellezza questa nostra seconda giornata, il mio consiglio è cenare in uno dei migliori ristoranti spagnoli della capitale, El Fogon, al 45 di Quai des Grands Augustins (fermata metro Saint Michel).
Il locale è situato in uno splendido viale sulla Rive Gauche, lungo le rive della Senna.
Il suo stile è elegante, ma sobrio. La sua politica è quella di utilizzare ingredienti di stagione e di proporre una cucina spagnola che, partendo dalla tradizione, viene rielaborata in chiave personale e contemporanea dallo chef Alberto Herraiz.
Potete scegliere il menù riso nel quale è compresa una selezione di tapas del giorno, una paella e un dessert a scelta.
Oppure scegliere a la carte, fra una vasta selezione di antipasti, paella e dessert.
Sul sito http://www.restaurantfogon.com/fr (in francese e in inglese) troverete nel dettaglio tutti i piatti presenti nel menù e anche la possibilità di prenotare online.
I piatti vengono preparati al momento, quindi i tempo di attesa sono di almeno mezz'ora per la cottura del riso.
Il mio consiglio è "Riz en paëlla a banda sin banda", ovvero una paella di pesce, con seppie, calamari, fumetto di pesce e zafferano (minimo due persone). Strepitosa!!!
Ottimo è anche il classico "Riz en paëlla a la Valenciana", con pollo, coniglio e verdure.
Come dessert, eccellente è la crema catalana.
Vi auguro buon appetito e buona serata!
A bientôt!!!