lunedì 5 dicembre 2016

Diario di un pomeriggio a Oporto

Oporto, 26 Novembre 2016

Il mio weekend in Portogallo si sta per concludere.
Domattina rientrerò in Italia, ma ho ancora un pomeriggio da dedicare alla scoperta di Oporto.
Sono le 13.30 quando il treno arriva alla stazione di  São Bento e la prima buona notizia è che la pioggia e il vento gelido di Guimarães (dove ieri sera ho assistito al concerto della strepitosa Mariza), hanno lasciato il posto a un clima più mite e a qualche sprazzo di sereno.

Ho una gran fame e già pregusto qualche specialità a base di bacalhau, quando una meraviglia catalizza la mia attenzione, lasciandomi letteralmente a bocca aperta. E' l'atrio della stazione di São Bento, un capolavoro di Arte Nova portoghese dei primi del Novecento, con ampie finestre in ferro e vetro, ma soprattutto con monumentali pannelli ad azulejos a decorare le pareti, le cui delicate tinte pastello nei toni del bianco e del blu contribuiscono ad accentuare la luminosità della sala.


Atrio della stazione di  São Bento
Sullo sfondo fregio con storie dei trasporti in Portogallo (in alto)
pannello con ingresso di  João I di Portogallo e Philippa di Lancaster a Oporto (mediano)
e pannello con conquista di Ceuta da parte di Enrico il Navigatore (in basso) 


Atrio della stazione di  São Bento
Sullo sfondo pannello con Torneio de Arcos de Valdevez (in alto)
e pannello con Egas Moriz al cospetto del re Alfonso VII (in basso)
Leggo che sono circa 20.000 le piastrelle utilizzate nei pannelli, distribuite su una superficie di poco più di 550 mq e che l'artista incaricato di realizzare la decorazione (Jorge Colaço) impiegò ben 11 anni a completare l'opera.
Si tratta di un concentrato di storia e costume lusitani, dove a vicende chiave legate alla nascita della nazione portoghese , si alternano scene di vita quotidiana, mentre sul fregio in alto (colorato), scorre la storia dei trasporti in Portogallo dalle origini fino all'introduzione della strada ferrata.
Come in un libro di fiabe illustrato, le immagini mi parlano di eroi (come il cavaliere Egas Moriz pronto a sacrificare la propria vita e quella dei suoi figli in nome dell'onore, per non essere riuscito a tener fede alla parola data al sovrano Alfonso VII di Castiglia e Leon)

Atrio della stazione di  São Bento
Particolare del pannello con Egas Moriz al cospetto del re Alfonso VII

o di fieri conquistatori (come Enrico il Navigatore che, nel 1415, alla testa del suo esercito, espugnò Ceuta, roccaforte di pirati Mori nel nord del Marocco, offrendo al Portogallo grandi opportunità di sviluppo commerciale)

Atrio della stazione di  São Bento
Particolare del pannello con conquista di Ceuta da parte di Enrico il Navigatore 

o di sovrani che hanno fatto la storia del Portogallo (come Afonso Henriques che, vittorioso nel 1140 a Arcos de Valdevez contro Alfonso VII di Castiglia e Leon, proclamò l'indipendenza del Portogallo)

Atrio della stazione di  São Bento
Particolare del pannello con Torneio de Arcos de Valdevez

o di sontuose cerimonie (come la parata che precedette, nel 1387, il matrimonio tra João I di Portogallo e Philippa di Lancaster)

Atrio della stazione di  São Bento
Particolare del pannello con ingresso di  João I di Portogallo e
Philippa di Lancaster a Oporto 

o di scene di vita quotidiana

Atrio della stazione di  São Bento
Particolare del pannello con scene di festa e di mercato
Anche all'esterno la stazione è sorprendente, con la sua monumentale facciata in stile Belle Époque.

Stazione di  São Bento - Esterno

Una volta all'esterno, la fame torna a farsi sentire, per cui decido di posare la valigia in albergo e trovare un posto dove rinfocillarmi, prima di partire alla scoperta della città.
Ho prenotato una stanza presso Almada, un affittacamere ben segnalato, che offre camere con bagno a ottimi prezzi e a meno di 10 minuti a piedi dalla stazione, nella lunga e vivace Rua do Almada.
Durante il tragitto dalla stazione all'albergo, comincio già a pregustare il fascino di questa città, grazie alle bellissime facciate decorate ad azulejos e all'animazione delle sue strade strette e ripide.

Oporto - Strada del centro
Oporto - Palazzo del centro storico con
facciata decorata ad azulejos

Dopo l'ottimo pranzo (a base di frittelle di bacalhau e riso al polpo), consumato in una tasca (taverna) vicino al mio albergo, sono pronta per esplorare la città. Prossima metà Praça da Ribeira!

Attraverso a piedi l'animata Rua das Flores, che é stata recentemente oggetto di importanti lavori di riqualificazione.
Ora è un'animata via pedonale, brulicante di vita e di attività commerciali, come la storica libreria Chaminè da Mota (al Nr 28), inaugurata nel 1888, che meriterebbe una visita più approfondita, ma purtroppo il tempo è poco..
E' un vero e proprio viaggio nel tempo! Si trovano pubblicazioni rarissime, alcune mai pubblicate, migliaia di libri, riviste e molto altro ancora, come vecchi fonografi, grammofoni, fotografie, insegne.. 
Sarà sicuramente una tappa obbligata in occasione del mio prossimo viaggio!
Per i golosi, nella via si trovano numerose cioccolaterie (come la Chocolataria das Flores al Nr 121) e anche la Mercearia das Flores (al Nr 110), un negozio, aperto nel 2012, che vende prodotti alimentari e anche artigianato portoghese di qualità.
Ne approfitto per acquistare qualche prelibatezza da portare a casa e proseguo il cammino verso il lungofiume.

Mi soffermo ad ammirare l'imponente facciata neoclassica del Palácio da Bolsa (Palazzo della Borsa), costruito nel XIX secolo sulle rovine del convento di San Francesco 

Palácio da Bolsa - Facciata

I sontuosi interni (fra cui spicca la Sala Araba in stile neomoresco, usata per ricevere personalità di spicco in visita alla città) sono accessibili solo accompagnati da una guida.

Finalmente raggiungo Praça da Ribeira, il cuore pulsante della città vecchia e anche una delle piazze più antiche di Oporto, già menzionata in documenti del XIV secolo. Pare, infatti, che proprio nel quartiere di Ribeira sia nato Enrico il Navigatore, l'eroe della battaglia di Ceuta celebrato negli azulejos della stazione di São Bento.

Praça da Ribeira

Per la sua posizione, in prossimità dell'estuario del Douro, questa piazza è da sempre stata il fulcro dei commerci.
Oggi è il luogo di ritrovo di turisti e locali, con i suoi numerosi bar e ristoranti, la sua atmosfera rilassata e allo stesso tempo vivace, grazie alle facciate color pastello delle case che la incorniciano.

Praça da Ribeira - Particolare
Sullo sfondo il maestoso ponte Don Luis I, inaugurato nel 1886 su progetto di un allievo di Gustave Eiffel, sì proprio l'architetto della Tour Eiffel e della Statua della Libertà!
 
Ponte Dom Luis I
 
La campata superiore è riservata ai pedoni e, dal 2003, ai treni della linea metropolitana di Oporto.
 
Un treno della metropolitana sul ponte Dom Luis I
 
Lo attraverso utilizzando la campata inferiore, per portarmi sull'altra sponda del Douro, a Vila Nova de Gaia.
Qui hanno sede le principali aziende produttrici del vino Porto, vanto della città in tutto il mondo, ma soprattutto da qui è possibile godere di un panorama invidiabile sul quartiere di Ribeira.
Io ho la fortuna di ammirarlo al tramonto, quando i raggi del sole fanno letteralmente brillare le case della città vecchia, in un'atmosfera da fiaba..
 
 
I barcos rabelos, i barconi utilizzati da secoli per trasportare le botti di Porto dalle cantine di produzione lungo il corso del Douro, fino ai magazzini di Vila Nova de Gaia, ondeggiano dolcemente.. Sulle rive del fiume il vociare dei turisti arriva ovattato alle mie orecchie e non mi stancherei mai di guardare questo paesaggio dai colori cangianti e dal fascino struggente.

Barcos rabelos con sullo sfondo la città vecchia
 
Barcos rabelos
 
Ma la sera si avvicina, gli ultimi raggi di sole si gettano nel fiume a occidente, verso la foce del Douro e io ho ancora una meta che non voglio perdermi: la Livraria Lello in Rua das Carmelitas 144.
Per raggiungerla attraverso nuovamente il ponte Dom Luis I e mi addentro nelle ripide e strette stradine di Ribeira, che mi ricordano a tratti i vicoli della mia Genova..

Ora dell'aperitivo nelle stradine di Ribeira
 
Case di Ribeira

 
Rifaccio a ritroso il cammino di poche ore prima.
Ora le vie che percorro hanno un'altra veste, più sofisticata. Le facciate illuminate dei palazzi esaltano maggiormente la bellezza delle loro decorazioni, donando anche un'atmosfera più festosa.
 
 
 
Finalmente raggiungo la settecentesca Torre dos Clérigos, simbolo della città, che già avevo ammirato in lontananza sul lungofiume.
La libreria è lì a due passi, ma mi soffermo un attimo ad ammirare questa meraviglia, progettata dall'architetto italiano Nasoni.
Per i più temerari: una scala a chiocciola di 225 gradini (ingresso a pagamento dalla chiesa omonima) conduce fino alla cima, da cui si gode un superbo panorama della città.

Torre dos Clérigos

Eccomi finalmente arrivata alla libreria, considerata, non a torto, una delle più belle al mondo!
Subito mi colpisce la bellissima facciata neogotica, tutta guglie e pinnacoli che, da agosto di quest'anno, dopo attenti lavori di restauro, ha recuperato i suoi bellissimi colori originali.
Le due figure ai lati dei finestroni del primo piano simboleggiano l'Arte e la Scienza.

Facciata della Livraria Lello
Fondata nel 1869, nella vicina Rua dos Clérigos, diventa proprietà dei fratelli José e Antonio Lello a partire dal 1894.
L'attuale libreria fu inaugurata nel 1906 su progetto dell'ingegnere Francisco Xavies Esteves, grande appassionato di arte e letteratura, ed è una commistione di stili Neogotico e Art Nouveau.
Fin dalla sua fondazione è stata casa editrice, luogo di ritrovo di letterati e intellettuali portoghesi, fra cui Saramago, Camilo Castelo Branco e José Maria Eça de Queirós.
Ancora oggi conserva al suo interno prime edizioni e edizioni speciali, particolarmente curate soprattutto nell'aspetto grafico.
Anche la famosa scrittrice J.K. Rowling, a cui si deve il personaggio di Harry Potter, quando ancora era una sconosciuta insegnante di inglese a Oporto, trascorreva il suo tempo libero in questa libreria. Ed è proprio qui che ha tratto ispirazione per le storie del famoso maghetto..
 
Se già l'esterno lascia a bocca aperta, l'interno ti conquista letteralmente.
Vale la pena pagare i 3€ del biglietto di ingresso, tanto più che se si acquista un libro (ce ne sono in diverse lingue, anche in italiano) verranno scalati dal prezzo.
 
Livraria Lello - interno
 Cosa dire delle pareti e del soffitto intarsiati, che sembrano in legno, ma che in realtà sono in gesso e calcestruzzo
 
Livraria Lello - particolare delle pareti
Livraria Lello - particolare del soffitto

o della vetrata del soffitto, con, all'interno del monogramma della libreria, la scritta voluta dai fratelli Lello "Decus in labore" (dignità nel lavoro)

Livraria Lello - vetrata del soffitto

Ma è niente in confronto all'audacia della scalinata elicoidale, vero must di questa libreria

Livraria Lello - scalinata

Anche se è letteralmente invasa dai turisti e l'aspetto commerciale sembra oscurare la vera essenza di questo luogo, la bellezza della sua architettura e delle sue decorazioni è notevole e per questo merita una visita, magari in settimana e nelle ore di minore affollamento.
 Mi lascio tentare e acquisto un cd di fado. In fondo è proprio per ascoltare questa musica struggente che sono arrivata fino a qui.

Il cerchio si chiude e anche questo intenso pomeriggio a Oporto, una città dal fascino inaspettato, che mi ha conquistato.
Come dice Pessoa, "che gli Dei cambino a loro piacimento i miei sogni, ma non il dono di sognare" e aggiungo io "di viaggiare".

venerdì 4 marzo 2016

Saudade de Lisboa

Ho visitato Lisbona per la prima volta nell'estate del 2013.
 
Fino ad allora la mia Lisbona era stata la città di Pereira, "una città che scintillava, letteralmente scintillava" quando la brezza atlantica "accarezzava le cime degli alberi" e il cielo era "di un azzurro mai visto, di un nitore che quasi feriva gli occhi".
Avevo percorso insieme a Pereira il tragitto dalla redazione del Lisboa, in Rua Rodrigo da Fonseca, fino al Cafe' Orchidea e poi in tram, attraverso Avenida da Libertade "con i suoi bei palazzi", e Praça do Rossio, "di stile inglese" fino alla sua abitazione in Rua da Saudade, vicino alla Se, la cattedrale.


Lisbona - Avenida da Libertade

Lisbona - Stazione del Rossio
Avevo ascoltato insieme a lui le note malinconiche del fado in Praça da Alegria, dove, in una città in stato di assedio, "la piazza era abbellita con festoni di carta, con lampadine colorate gialle e verdi che pendevano su dei fili stesi da una finestra all'altra" e dove due vecchietti suonavano una musica dolce e struggente, piena di "saudade".     
 
Ed è accompagnata dalla bellissima voce di Mariza (link a Gente Da Minha Terra) una fadista di oggi (link a Desejos Vãos), ma non solo (link a Smile), che mi appresto a rivivere i giorni trascorsi a Lisbona.
Una città che incanta e che mostra tutta la sua bellezza solo al viaggiatore che è disposto a viverla completamente, assaporandone i contrasti e il suo fascino talvolta malinconico.     
 
Mi viene in mente un pensiero di Roberto Saviano: "i ricordi sono fatti  di odori e sensazioni irriproducibili sulla carta. Di suoni leggeri." E anche di colori e di immagini che le parole non sempre riescono a rendere in tutta la loro intensità.
Spero di essere capace di mettere su carta quella tavolozza di colori vividi che è Lisbona, perché , come scriveva Pessoa "non ci sono per me fiori che siano pari al cromatismo di Lisbona sotto il sole".

Il modo migliore per cominciare questo viaggio extrasensoriale nella città di Pessoa,  è perdersi nel dedalo di stradine dell'Alfama, il quartiere più antico di Lisbona, simile a una medina.
Quartiere aristocratico al tempo dei Mori, sopravvissuto al terribile terremoto del 1755, e ora borgata popolare, è abbarbicato su un pendio che degrada dal castello di São Jorge fino al fiume Tejo.


Lisbona - Castello di São Jorge che domina l'Alfama
 
Lisbona - Veduta sui tetti dell'Alfama
 
Lisbona - Veduta sull'Alfama
 
Il suo fascino sta nella sua autenticità, nei suoi vicoli tortuosi alternati a ripide scalinate
 

Lisbona - Alfama

 
nelle sue case color pastello dagli intonaci stinti e scrostati

Lisbona - Alfama
 
 nei panni stesi ad asciugare tra un'abitazione e l'altra dei suoi stretti becos
 
Lisbona - Alfama
 
nelle sue piazzette abbellite da piccole fontane e ombreggiate da palme o aranci amari, dove i mici di quartiere sonnecchiano e i ragazzi giocano a pallone.
 
Lisbona - Alfama
 
All'ora di pranzo la brezza atlantica diffonde l'odore di sardine grigliate e bacalhau.
Indimenticabile quello preparato da Ti Natercia in Escola Gerais 54, non molto distante dal Miradouro de Santa Luzia. Si tratta di una piccola tasca (taverna) con poco più di 10 coperti, dove Natercia, la proprietaria, si occupa di tutto da sola: cucina, serve ai tavoli, intrattiene i clienti. L'atmosfera è semplice e casalinga, ma la qualità della cucina è' eccellente. Imperdibile la sua specialita' (minimo per 2 persone): un rotolo di pasta sfoglia ripieno di baccalà, pomodoro e peperoni e cotto al forno. E il conto (dolce e bevande comprese) non supera i 15€!

Lisbona - Alfama - Ti Natercia

Lisbona - Alfama - Miradouro de Santa Luzia

Nel silenzio della siesta, interrotto solo dallo sferragliare dei tram che si inerpicano per le strette ruas della città vecchia, percorriamo un breve, anche se ripido, tratto di strada, per raggiungere l'Igreia de São Vicente de Fora, la cui maestosa architettura domina l'Alfama, sulla sommità della collina di Graça.

Lisbona - Tram sulle strade dell'Alfama con sullo sfondo la chiesa  São Vicente de Fora
Non c'è' niente di meglio che trascorrere le ore più calde della giornata passeggiando nei freschi e tranquilli chiostri del suo monastero (costo del biglietto 4€), in una splendida cornice di bouganville e azulejos bianchi e blu risalenti al XVII secolo, tutti decorati a mano.
Essi raccontano storie della città di Lisbona, fra cui la liberazione dai Mori nel 1147 per mano del primo re del Portogallo Alfonso Enrique.



Lisbona - São Vicente de Fora - Interno del monastero
 
Lisbona - São Vicente de Fora - Azulejos del chiostro

Imperdibile, al primo piano, la raccolta di 38 pannelli di azulejos del XVIII secolo, commissionati da un priore del monastero, che narrano le favole di La Fontaine. Ispirati ai disegni di Oudry, che accompagnavano l'edizione del 1755 delle Favole, questi pannelli si distinguono per l'eleganza e la delicatezza delle linee e della resa cromatica. Si tratta per la maggior parte di favole poco conosciute, ma grazie ai pannelli esplicativi in portoghese, francese e inglese, è' possibile farsi un'idea delle storie che le immagini raccontano.
 
Lisbona - São Vicente de Fora - Particolare di azulejos con favola di La Fontaine
 
Chi ama i panorami mozzafiato può salire sul tetto del monastero, dove la vista spazia a 360 gradi sulla città e sul fiume Tejo.

Gli azulejos..
Piastrelle di ceramica smaltata, solitamente dipinte a colori vivaci, come il blu, il verde, il bianco, devono il loro nome alla parola araba "al zuleiq" (piccola pietra levigata) e sono uno dei tratti distintivi della città di Lisbona.
Decorano chiese e edifici religiosi (come la sontuosa Igreia di São Roque nel quartiere del Barrio Alto o il già citato monastero di São Vicente de Fora)

Lisbona - São Roque - Azulejos nella cappella di S. Giovanni Battista
 
 facciate di palazzi (nei quartieri dell'Alfama, del Chiado e del Barrio Alto)

Lisbona - Azulejos su una facciata nel quartiere di Alfama

interni di ristoranti e di locali storici, come l'Antiga Confeitaria de Belem, dove si possono gustare eccezionali pasteis de nata (dolci di pasta sfoglia con un ripieno di crema, cotti in forno e serviti tiepidi spolverati di cannella) in sale decorate ad azulejos


Lisbona - Azulejos in una sala dell'Antiga Confeitaria de Belem
 
ma anche molte stazioni della metropolitana
 
Lisbona - Azulejos nella stazione della metropolitana Colégio Militar/Luz
 
C'è' addirittura un museo a loro interamente dedicato (uno dei più interessanti della città), il Museo Nacional do Azulejo, ospitato in un antico convento del XVI secolo (costo del biglietto 5€).
Il suo pezzo forte è un pannello di azulejos di 38m di lunghezza, che raffigura una veduta di Lisbona realizzata nel 1733, unica testimonianza dell'assetto urbanistico della città prima del terremoto del 1755.               
Lisbona - Museo Nacional do Azulejo - Particolare del pannello di Lisbona
 
L'aria si fa sempre più frizzante, si avvicina la sera, i ristoranti e i locali dell'Alfama, del Chiado e di Barrio Alto si preparano ad accogliere persone di tutte le età e nazionalità, pronte a vivere la notte di Lisbona.
Indimenticabile è' contemplare le calde tonalità del cielo al tramonto da una delle terrazze panoramiche (miradoures) di Alfama e Graça, prima di assistere ad un autentico spettacolo di fado in una Casa de Fado di Alfama o Mouraria.
 
Dal Miradouro da Nossa Senhora do Monte (il più alto di Lisbona), si gode uno dei panorami più suggestivi della città. 
 
Lisbona - Miradouro da Nossa Senhora do Monte
Qui, in totale intimità, la vista spazia dai tetti rossi dell'Alfama, al castello di São Jorge (fortezza fatta costruire dai Mori a metà del XI secolo), al fiume Tejo, fino ad arrivare al Ponte 25 de Abril, il celebre ponte rosso simile al Golden Gate di S. Francisco, un punto di riferimento per la città, con il suo profilo elegante, che si integra perfettamente nello skyline della capitale portoghese.
Pur essendo stato costruito durante il regime di Salazar (al momento della sua inaugurazione nel 1966 il suo nome era Ponte Salazar in onore del dittatore), deve il suo nome attuale alla Rivoluzione dei Garofani che, il 25 aprile 1974, fece cadere il regime. In questo senso il ponte è il simbolo del riscatto del popolo portoghese, che ha saputo insorgere per cambiare il corso degli eventi e riportare il paese alla democrazia.   
 
Lisbona - Ponte 25 de Abril
Lo spettacolo del tramonto su Lisbona è un' emozione che difficilmente si dimentica, perché è mutevole, come il cielo di questa città', intensa e cangiante come la sua luce, riflessa nello specchio del fiume Tejo. 
 
Lisbona - Tramonto
Quando la notte cala sulla città, chi vuole scoprire la vera anima del popolo lusitano, deve lasciarsi "inghiottire" nelle stradine di Alfama e Mouraria, cercare le note di una guitarra portuguesa che accompagna la voce languida e malinconica dei fadistas. Oggi, come a fine Ottocento, quando il fado nasceva nelle tascas e nei bordelli di Baixa, Alfama e Mouraria, si canta, pur con contaminazioni pop, rock e blues, la saudade, la sofferenza del distacco, della lontananza, della separazione.                         
La scelta spazia dalle tradizionali Casas de Fado, (dove si cena assistendo alle esibizioni dei fadistas), alle sale da concerto, eleganti e raffinate, inglobate in antichi palazzi nobiliari. Ma per un'esperienza più autentica e genuina, non c'è' niente di meglio che il fado vadio, ovvero vagabondo, che nasce spontaneo nelle strade o nei piccoli club e ristoranti, coinvolgendo passanti, avventori, chiunque voglia cimentarsi in sfide improvvisate.
Un po' come nella scena finale del film Fado di Carlos Saura, dove però a "sfidarsi", in una Casa de Fado (link a Casa de Fado) ricca di suggestione, sono fadisti celebri di ieri e di oggi.

Lisbona - Fado Vadio in Alfama
 
La notte volge al termine e anche il mio viaggio.
 
Il mio arrivederci lo affido a Mariza (link a Sem Ti) e a un pensiero di Pessoa:
 
"I viaggi sono i viaggiatori.
Quello che vediamo non è quello che vediamo,
ma quello che siamo"